Accanto alla televisione “terrestre”, alla quale finora abbiamo fatto riferimento, da pochi anni a questa parte, si sta sviluppando, con grande rapidità, la televisione via satellite, i cui canali sono a contenuto prevalentemente tematico. Ogni canale trasmette cioè un genere specifico: notiziari e approfondimenti giornalistici, eventi musicali, programmi per bambini e ragazzi, eventi sportivi, film ecc.
Ai canali della televisione via satellite si aggiungeranno tra breve quelli via cavo e quelli digitali, anch’essi a contenuti specializzati, per cui l’offerta televisiva che sarà messa a disposizione del pubblico, già notevole in questo momento, sarà ancora più vasta. La vecchia televisione, che chiameremo generalista, non scomparirà di certo, soppiantata dalla nuova, ma andrà incontro sicuramente a notevoli problemi economici in quanto i nuovi canali assorbiranno una parte degli introiti pubblicitari. Con i canali tematici già esistenti e con quelli che verranno, avremo - come osserva acutamente Paolo Bafile
(56)- “una televisione più segmentata, selezionata, quasi personalizzata, diretta a particolari gruppi di utenti interessati, appunto, al singolo tema piuttosto che ad un pubblico vasto, indefinito e indifferenziato.”
Ma quali saranno le conseguenze sul piano socio culturale? Le prospettive fanno prevedere che la forbice culturale del pubblico televisivo si divaricherà sempre di più nel senso che chi è già provvisto di una buona cultura si orienterà sui canali più colti (teatro, cinema d’autore, concerti, dibattiti culturali, divulgazione scientifica), mentre chi, non certo per sua colpa, è meno acculturato, sarà inevitabilmente tentato di rivolgersi ai canali dedicati allo sport o agli spettacoli leggeri, se non addirittura ai canali dedicati alla cinematografia violenta e magari porno. E questo non sarà certamente un bel passo avanti.
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Paolo Bafile: Il palinsesto personalizzato in “Il telespettatore” n. 8-9 1997
EDIZIONI ISTITUTO DI PUBBLICISMO
Theorèin - Ottobre 2005